Quando funziona una relazione? Guardare oltre il visibile
Quando funziona una relazione? Guardare oltre il visibile
Le relazioni umane, in particolare quelle di coppia, sono complesse e dinamiche. Una delle chiavi per il successo di una relazione duratura risiede nella capacità di “guardare” l’altro, un atto che va ben oltre il semplice “vedere”. Ma cosa significa davvero guardare l’altro e come questo contribuisce alla stabilità e alla profondità di una relazione?
Guardare è diverso da vedere
Quando vediamo qualcuno, ci limitiamo a percepire la sua presenza fisica. Ma “guardare” è un atto ben più profondo: significa entrare in contatto con le emozioni, le vulnerabilità e i bisogni dell’altro. Significa essere realmente presenti, non solo con lo sguardo, ma con l’attenzione e il cuore. Quando ci impegniamo a guardare il nostro partner, creiamo uno spazio emotivo in cui l’altro si sente visto, compreso e accettato.
L’importanza del contatto emotivo
Una relazione funziona quando non smettiamo mai di guardare l’altro, quando manteniamo vivo quel filo invisibile che ci lega attraverso lo scambio di emozioni. Questo non riguarda solo le parole, ma anche i gesti e lo sguardo. Quando siamo in contatto con le emozioni dell’altro, siamo in grado di percepire il suo stato d’animo, di cogliere i segnali di malessere o di gioia. Questo contatto emotivo crea intimità e favorisce la crescita reciproca all’interno della coppia.
Guardare negli occhi per mantenere la connessione
Gli occhi sono spesso definiti come lo specchio dell’anima. Mantenere il contatto visivo con il nostro partner è un modo potente per rimanere connessi. Gli studi dimostrano che il contatto visivo può aumentare il senso di vicinanza e fiducia. Guardare negli occhi l’altro è un modo per dire “sono qui con te, ti vedo, ti sento”.
In Conclusione
Una relazione funziona quando non smettiamo mai di guardare il nostro partner con attenzione e interesse. Questo tipo di “guardare” non si limita all’aspetto esteriore, ma penetra nelle emozioni, creando una connessione più profonda e significativa. Essere realmente presenti per l’altro, guardarlo oltre il visibile, è ciò che rende una relazione viva e duratura.
Riconoscere una Relazione Tossica
Come Uscire da una Relazione Tossica
“Terribile è il gioco dell’amore dove è necessario che uno dei due giocatori perda la padronanza di se stesso.”
Come riconoscere una relazione tossica
L’Amore, il sentimento meraviglioso per eccellenza. Ma talvolta l’amore fa male, non soltanto quando una relazione finisce. Fa male soprattutto quando si rimane ingabbiati in una relazione tossica, distruttiva, malata. Sono relazioni tossiche che alimentano insicurezza, inadeguatezza, malessere. Vessazioni fisiche e psicologiche dalle quali non si riesce a sottrarsi.
Si rimane ingabbiati in queste relazioni che fanno sentire umiliati per il bisogno di colmare un vuoto, per l’incapacità di vivere la solitudine. Molte volte l’origine risale all’infanzia, alla carenza delle cure genitoriali. Un vissuto di abbandono, di rifiuto, di non essere riconosciuti. E così pur di non rivivere l’abbandono, si è disposti ad accettare condizioni emotivamente distruttive ed umilianti.
Cosa significa relazione tossica
Molte persone non riconoscono subito i segnali di una relazione tossica, perché molto spesso si tende a confondere ciò che è la passione e l’amore, con comportamenti totalizzanti, gelosi e autoritari. Le conseguenze di una relazione tossica possono essere molto profonde e nei casi più gravi anche pericolose (per esempio nei casi di relazioni tossiche violente fisicamente o psicologicamente). Per questo è importante riconoscere se ci troviamo coinvolti in una relazione tossica e, in caso affermativo, chiedere aiuto per uscirne.
Le relazioni tossiche sono relazioni che non ci fanno crescere come individui nel rispetto uno dell’altro, ma che portano malessere, privazioni di libertà, dipendenza, paura e insicurezza.
Che cos’è una relazione tossica? Come ci si accorge di trovarsi in un rapporto di coppia logorante o addirittura pericoloso? Non è semplice, anche perché spesso la relazione parte bene e si intossica gradualmente. Oppure parte già difettosa perché uno o entrambi i partner sono predisposti a rimanerne invischiati.
Capita, a volte, di sentirsi incastrati in una relazione. Si sa da tempo che quel rapporto non funziona più, eppure si continua a portarlo avanti, con conseguenze disastrose per l’autostima e il benessere personale. Queste relazioni tossiche prosciugano le energie e fanno sentire senza via d’uscita. Risulta importante allora riconoscere i segnali di una relazione tossica e sapere come uscirne.
Come si sviluppa una relazione tossica
Cadere in una relazione tossica è più facile di quanto sembri. Si tratta, infatti, di relazioni d’amore che all’inizio sembrano funzionare bene. Spesso le due persone si sentono affini, simili e quasi “fatti l’uno per l’altro”. In realtà queste relazioni funzionano bene solo all’apparenza, e spesso danno l’impressione di essere molto forti perché l’intreccio dei meccanismi patologici dei due è molto saldo. Ne sono un esempio il sadismo e il masochismo, o la relazione tra un narcisista e una persona insicura (due quadri che spesso si sovrappongono). Sono relazioni in cui vige un’asimmetria di potere e responsabilità, e dove la sofferenza è strettamente legata al piacere.
Come riconoscere una relazione tossica
Per capire se si è in una relazione tossica è possibile fare riferimento ad alcuni segnali specifici.
- Violenza fisica. Il primo indiscutibile segnale di una relazione tossica è l’abuso fisico. Botte, calci, pugni, schiaffi, sono comportamenti inaccettabili. Quando si verificano, è bene uscire prima possibile dalla relazione, cercando aiuto. Nessun tipo di amore include la violenza(e attenzione al rischio di scambiarla per “passione”).
- Violenza verbale e manipolazione. Più sottile di quella fisica ma ugualmente dolorosa. Spesso la rabbia si manifesta sotto forma di svalutazioni, sarcasmo, offese. Il partner (o l’amico/a) diventa una sorta di bullo, che gioca sui punti deboli dell’altro e cerca di indurre nella vittima un continuo senso di colpa.
- Litigiosità. Nelle relazioni tossiche il confronto dialettico sano sfocia quasi sempre in un conflitto acido. Non ci si ascolta, l’unico scopo di ogni discussione diventa “smontare” l’altro. Non c’è interesse a incontrarsi in un terreno comune in cui trovare maggiore serenità, si cerca solo di ferire l’altro.
- Repentini cambiamenti di “ruolo”. In una relazione tossica è tipico avventurarsi continuamente sui lati del triangolo drammatico, cioè di scambiarsi ripetutamente i ruoli di Vittima, Salvatore e Persecutore. Si ha cioè la sensazione di infilarsi in conflitti sempre uguali, caratterizzati dalle stesse dinamiche e dalle stesse sgradevoli sensazioni. Un esempio: un partner (Salvatore) si prende cura dell’altro apparentemente bisognoso (Vittima), ma questi si ribella o se ne approfitta, diventando così Persecutore e relegando il primo nel ruolo di Vittima. Si tratta in generale di giochi ripetitivi, in cui si perde sempre e non capita mai di “salire di livello” (cioè di crescere come coppia).
- Bassa energia e fatica. Le relazioni tossiche comportano un grande investimento in termini di energia mentale. Si pensa di continuo alla relazione e a come comportarsi, continuando a rimuginare e preoccupandosi molto per sé e per le reazioni dell’altro. Si perde serenità e i continui conflitti e le discussioni esasperanti portano a sentirsi affaticati e scoraggiati.
- Ansia. Quando si deve incontrare l’altra persona, si sente montare l’ansia: il battito cardiaco accelera, si inizia a sudare e la respirazione è alterata. Le persone tossiche sono molto brave a creare pretesti per litigare e sono molto abili a individuare e colpire i punti deboli dei loro avversari. Avere a che fare con loro è quindi comprensibilmente fonte di ansia.
- Bassa autostima. È la conseguenza della svalutazione continua e delle difficoltà che ci si trova ad affrontare ogni giorno nella relazione, che risucchia energie, serenità e benessere. Il carnefice inoltre impedisce alla vittima di crescere e di essere autonoma.
Come chiudere una relazione tossica
Se vi accorgete di essere finiti nel circolo vizioso delle relazioni tossiche, ci sono alcuni punti che potete seguire:
- Rivedete i comportamenti passati e uscite dal diniego. Quando siete con il vostro partner sentite che il tempo è speso bene e che ne vale la pena? O sentite le vostre energie prosciugate e state con lui/lei solo per senso del dovere?
- Analizzate il presente. Come vi sentite nella relazione? Quali emozioni prevalgono (gioia, rabbia, paura, senso di colpa)?
- Recuperate le attività sacrificate per la relazione tossica. Quante cose avete messo da parte per difendere questa relazione?
- Cercate persone con atteggiamenti diversi e fate attenzione a non innescare di nuovo il circolo vizioso.
- Lavorate sulla parte di voi che collude con questo schema e che vi porta verso relazioni tossiche: per esempio la tendenza a dipendere dall’altro, o a scegliere partner che vi trattano male. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarvi a fare questo.
- Chiedete aiuto. Non esitate a parlarne con qualcuno che possa aiutarvi, uno psicologo ed eventualmente ad allertare le forze dell’ordine.
Per saperne di più o avere un consiglio, contatta Antonella Ippolito al 347 7131329.